Empowerment femminile all’italiana
Nel precedente articolo abbiamo analizzato la connessione tra l’empowerment economico femminile e la crescita del PIL di un paese: le due variabili vanno normalmente di pari passo.
Nel nostro paese però emerge un basso livello di empowerment femminile che inevitabilmente ha delle conseguenze sull’economia e sulla società.
L’Italia ha sbagliato strategia finora? Sì.
Sì, perché abbiamo un livello di occupazione femminile troppo basso. Che incide negativamente, come abbiamo visto, anche sul livello PIL pro-capite troppo basso rispetto agli altri paesi.
Sì perché abbiamo un livello di natalità troppo basso. E questo crea dei notevoli problemi di natura demografica, come quello di appesantire sempre di più una gestione adeguata delle pensioni future.
Sembra un controsenso, ma è proprio così. L’evidenza dimostra che non è vero che se la donna non lavora fa più figli. Se la donna che desidera avere figli non è supportata nell’essere una madre lavoratrice, cosa sceglierà di fare?
Di certo non sarà portata a diventare madre con più tranquillità perché nell’immaginario collettivo si crede che lei stia meglio a casa con i figli. Anzi.
Per non parlare di chi diventa madre e lotta per continuare a mantenere un reddito dignitoso (specialmente se da lavoro autonomo), ma deve scontrarsi con barriere burocratiche, finanziarie e culturali.
Ad esempio: è inaccettabile che una lavoratrice autonoma iscritta alla gestione separata INPS (che paga regolarmente le tasse) riceva l’indennità di 5 mesi di maternità obbligatoria suddivisa su 2 o 3 trimestri post partum solo dopo aver pagato le imposte INPS trimestrali.
Ci sono per cui casi in cui l’indennità di maternità arriva metà al 4° mese e metà al 7° mese di vita del neonato.
Evidentemente c’è qualcuno che è convinto che una neo mamma possa lavorare e produrre reddito come nulla fosse per i primi 4 mesi dopo il parto.
Giulia Grignani
Chi è Giulia Grignani? “Mi sono laureata in Economia a Torino e da 10 anni mi occupo di consulenza finanziaria, previdenziale e fiscale. Dal 2015 sono Consulente Finanziaria iscritta all’Albo OCF e tra i miei obiettivi c’è quello di curare i rapporti professionali come vere relazioni personali, in modo da portare con autenticità un valore aggiunto ai miei clienti. Dal 2018 sono anche Educatrice Finanziaria iscritta Registro AIEF e ho scelto di intraprendere questo percorso, accanto alla consulenza finanziaria, per dare il mio contributo nel promuovere un maggior livello di cultura economica e finanziaria perché una maggiore conoscenza di tali argomenti porta ad ulteriori possibilità di esercizio dei propri diritti come espressione di democrazia e cittadinanza consapevole. Ho una grande passione per lo sport e per la montagna e la mia voglia di pormi nuove sfide viene anche da lì ma, è soprattutto la mia famiglia che mi fornisce una forza e un’energia inestimabili ed è con questo spirito che vado a lavorare ogni giorno, per continuare a raggiungere nuovi traguardi”.
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