Giro vita
Volevo parlare di questo libro. Volevo farlo prima che ci fosse la creazione dell’ennesimo gruppo whatsapp “Cosa facciamo mercoledì sera”?
Volevo farlo perché ogni cosa ha davvero il suo tempo.
Il tempo. Quel tempo.
Quello in cui ognuna di noi capisce ciò che è.
Il punto di partenza, la linea del viaggio.
Ci metti una vita, anno più anno meno.
Il fatto è che ce la siamo cantata talmente tante volte quella roba chesiamo così dolcemente complicate, certe giornate amare lascia stare, che ci abbiamo creduto. Pure troppo.
Perché a volte invece non siamo complicate per niente. E crediamo nello zucchero e nella serenità. Che lenisce ogni amaro.
Nelle finestre lasciate aperte per prendere aria.
E nell’elastico più che nei bottoni (grazie).
“É il momento in cui tutto ciò è alle spalle e possiamo, da questo momento in avanti, concentrarci su quello che ci piace”.
Passiamo un tempo indefinito tra studio, lavoro, tagli di capelli, no ora li faccio ricrescere, uomini sbagliati, uomini giusti, senza uomini guada-sto-bene-così-lo-giuro. E siamo sempre, sempre, sempre in attesa del “momento giusto”.
Tra una lettura fugace a Paolo Fox e la serenità post-mestruale, a volte ci crediamo davvero che questo fatidico momento esista.
Il “momento giusto”, nel mio immaginario, somiglia molto a quel qualcuno sconosciuto che doveva giungere in camera mia, protagonista della frase minacciosa “Nataliaaa riordina ‘sta sediaaa che se viene qualcuno mi vergogno”.
Il “momento giusto” è il “qualcuno” dell’esistenza.
Francesca ripercorre ogni tappa, col sorriso sulle labbra.
Gli anni Ottanta, le spalline, i capelli cotonati.
I jeans aderenti, o larghi, o chiari, o blu acceso. Tutti riposti lì, nel fondo di un armadio che nasconde e conserva cose ed anni.
Tacco si, tacco no. Tacco forse.
Le borse.
Cielo, le borse! Hanno ammazzato più conti correnti loro che i tango bond argentini.
“Amore, compromessi, culo: in queste tre parole c’è l’essenza del matrimonio per come lo abbiamo capito”.
Ho sorriso. Mi sono soffermata. Ho sottolineato delle parole per fare in modo che non fuggissero via.
Ogni santa mattina, prima di cedere del tutto all’acqua e limone da ingurgitare a stomaco vuoto, mi chiedo se quel giorno sia quello giusto.
Io ancora non ci ho capito molto.
Francesca sta un pezzo più avanti.
Da quel che sembra arriva il tempo, quello perfetto, anche senza che la perfezione sia mai stata raggiunta.
Dev’essere proprio bello quel tempo lì.
Vi lascio questo libro ed il suo sorriso leggero e consapevole.
Fatene buon uso.
Natalia
Giro vita di Francesca Lorenzoni – Compagine
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