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Le otto montagne

“Eccola lì, la mia eredità: una parete di roccia, neve, un mucchio di sassi squadrati, un pino”.

Chi cammina lo sa.
Ci vuole fiato, pazienza, sopportazione.
Ci vogliono gambe e testa.
In montagna di più.
In montagna devi perdere la memoria sia del tempo che della fatica.
Il freddo poi, neanche a parlarne.
Eppure i piedi vanno, le salite ti sembrano meno ripide mentre le batti.
Che a guardarle da giù facevano più paura.
Pietro e Bruno.
Solitario e pallido uno. Capelli biondo canapa e collo bruciato dal sole l’altro.
Un piccolo paesino ai piedi del Monte Rosa il luogo in cui si incrociano le loro scarpe ancora da forgiare.
Diversi, eppure anime simili.
Si conoscono, si cercano e si trovano senza bisogno di troppe parole.
Con le anime funziona così.
Non servono parole, come non contano né il tempo né la distanza.
Passeranno gli inverni e loro si rivedranno in estate, come se non fosse trascorso neppure un giorno.
E litigheranno come fanno i bambini, e impareranno, come fanno i bambini e dimenticheranno.
E cresceranno, come fanno quegli uomini che, camminando, ricordano i bambini che sono stati.
Chi cammina lo sa.
Un libro da leggere. Assolutamente. Per non perdersi neppure un centimetro di panorama.

Natalia Ceravolo

Le otto montagne di Paolo Cognetti – Einaudi editore

Photo by Mikito Tateisi on Unsplash

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