Una vita in 54Mb
Avete mai provato a scaricare le vostre informazioni da Facebook? Fatelo. Vi sentirete nudi di fronte al mondo. Come Adamo ed Eva nel Giardino dell’Eden nell’istante successivo aver dato il fatidico morso alla mela.
La mia vita, ad esempio, è racchiusa in un file zippato di 54 Mb. Vuoi sapere quanto pesa la tua di vita, che valore ha per uno dei più importanti social network al mondo? Bene, allora entra nel tuo profilo Fb, vai in alto a destra e clicca su , poi su Impostazioni, Le tue informazioni su Facebook, Scarica le tue informazioni e clicca su Visualizza. Et voilà. Gioco fatto. O più meno: Facebook ci avvisa che “La preparazione della tua richiesta di download potrebbe richiedere diversi giorni”. Per me ci è voluta qualche ora, ma poi è arrivata una mail con la mia intera esistenza.
Innanzitutto l’elenco della mia rubrica: un bell’elenco di nomi e numeri di cellulari. Aggiornatissimo. Me ne devo ricordare la prossima volta che il mio smartphone mi abbandonerà. Poi tutte le mie App installate, ovvero tutte le app a cui ho effettuato l’accesso usando Facebook. Poi tutte le mie recensioni a pagine, i miei like, le mie condivisioni di articoli o di link, e i libri che ho aggiunto nell’apposita sezione. Facebook si ricorda anche di quella volta del 2013 in cui ho vinto contro (e qui inserisce Nome e Cognome) a Ruzzle. Che io, a pensarci ora, non mi ricordo neppure più che gioco sia. Immaginate poi un elenco infinito di eventi a cui avete invitato, avete risposto dicendo che avreste partecipato o che semplicemente erano di vostro interesse. Tutti in fila come soldatini.
Poi ovviamente tutte le mie foto (della copertina, del profilo, del diario, caricate da cellulare), archiviate per cartelline in modo encomiabile. Alcune di queste immagini, in realtà credevo non esistessero più. Chissà perché mi ero illusa di averle cancellare al mondo virtuale con un banale click reale. In questa sezione, poi, Facebook ha anche fatto una bella cartella con tutti gli stickers che ho deciso di usare: cuori, scimmiette e Snoopy vari. Non si sa mai…
Insomma, tutto quello che ci piace (con tanto di reazioni) lo si può trovare in un comodo elenco. Anche tutte le nostre ricerche, quindi quello pensiamo, le persone con cui vogliamo entrare in contatto. Ogni attività dell’account è monitorata, ogni sessione di lavoro, con tanto di device e sistema operativo. Indirizzi IP compresi. E infine lo storico dei pagamenti.
Una miniera d’oro, insomma per ogni operatore del mercato. Nulla che non si sappia già, ovvio. Nulla che non sia legale. Ovvio. Ma la vera consapevolezza di noi stessi, dei nostri gusti e desideri, ci colpisce come un tornado nel momento esatto in cui – ad uno ad uno – apriamo le cartelle che ci ha spedito Fb. In una specie di momento di autoconsapevolezza, di mindfulness.
“Ciò che conosciamo di noi è solamente una parte, e forse piccolissima, di ciò che siamo a nostra insaputa” ammoniva Luigi Pirandello.
Come se il concetto di privacy (sempre più attuale grazie al GDPR “General Data Protection Regulation” in vigore dal 25 maggio) in realtà non riguardi mai noi. Ma sempre gli altri. Con il Regolamento europeo in materia di protezione dei dati personali, invece, ci verranno riconosciuti quattro diritti in qualche modo fondamentali: il Diritto di accesso ai nostri dati personali, il Diritto di cancellazione (diritto all’oblio), il Diritto di limitazione del trattamento e il Diritto alla portabilità. Un atto di consapevolezza al quale saremmo direttamente o indirettamente obbligati. Un atto di trasparenza e responsabilità.
Annalisa D’Errico
Giornalista ed esperta di social media
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