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Lo smartworking

A partire da oggi TBNDonna pubblicherà degli articoli informativi in collaborazione con professioniste specializzate in differenti ambiti e su temi che speriamo troverete sempre interessanti .

Oggi vi presentiamo l’avvocato Simona Fontana che ci parlerà di ‘smartworking’; ecco una sua breve introduzione.

“Dopo 13 anni di esperienza presso uno studio professionale ho deciso di intraprendere una nuova avventura ed ho aperto, insieme ad una Consulente del Lavoro, un mio studio a Calvagese della Riviera, un paese del Lago di Garda.

Mi piace pensare che il luogo in cui lavoro sia un punto di scambio tra diverse competenze professionali che si arricchiscono reciprocamente creando sinergie proficue ed efficaci al servizio della clientela.

La materia di cui mi occupo prevalentemente è il diritto del lavoro. Tale ambito lo affronto però non solo con riferimento alle questioni giudiziali e stragiudiziali, che possono coinvolgere sia i lavoratori che la parte datoriale, ma cercando di abbracciare anche diverse tematiche riguardanti l’imprenditorialità femminile, la realizzazione di piani di conciliazione famiglia- lavoro, l’organizzazione di incontri informativi rivolti alle donne circa i loro diritti e doveri sotto il profilo lavorativo.

Ho creato un mio format “Mamma che Lavoro” che propongo nei luoghi frequentati dalle famiglie in cui affronto le tematiche relative alla conciliazione famiglia- lavoro ed attinenti agli strumenti offerti dalla normative per favorire questa tanto desiderata conciliazione”.

Simona Fontana

Lo smartworking

Si è parlato tanto negli ultimi tempi di smartworking di lavoro agile; si è parlato di aziende che hanno deciso di introdurre questa nuova modalità lavorativa all’interno della propria realtà aziendale e che hanno evidenziato i grandi benefici che hanno ottenuto in termini di aumento della produttiva e di efficienza ed efficacia grazie ad un una maggiore fidelizzazione del proprio dipendente.
Il lavoratore si sente considerato parte integrante delle scelte aziendale; si sente posto al centro e valorizzato non solo a livello prettamente remunerativo (aspetto certamente importante e degno di pregio) ma come persona; le sue esigenze non sono percepite come il frutto di mere richieste personali del tutto avulse dalla realtà aziendale ma diventano scelte condivise e valorizzate dalla stessa azienda che le vive come necessità primaria da soddisfare per la crescita dell’azienda stessa.
Una nuova mentalità che rappresenta il superamento della cultura che ha sempre caratterizzato nel passato il mondo del lavoro; il passaggio dal lavoro “a timbratura del cartellino ”al lavoro “per obiettivi”, dove al lavoratore viene lasciata ampia libertà di auto- organizzarsi a patto che realizzi nei termini previsti gli obiettivi prefissati.
Lo smartworking (lavoro agile) non rappresenta una nuova tipologia contrattuale ma piuttosto una nuova modalità organizzativa che consente ai dipendenti di lavorare da remoto senza la presenza fisica in ufficio e tale nuovo “modo” di lavorare non rappresenta più una semplice questione organizzativa del lavoro basata sulla flessibilità ma rappresenta una completa riorganizzazione aziendale sotto il profilo strettamente strategico.
Lo smart working può svolgere un ruolo determinante per stimolare l’economia; attraverso la riduzione di costi fissi per la gestione rigida di uffici e spazi di lavoro, spesso sovradimensionati e inutilizzati, le imprese possono liberare risorse da reinvestire nella crescita e nell’occupazione. Grazie a modalità organizzative del lavoro che prevedono agibilità e flessibilità si consente inoltre a molte persone, in particolare le mamme, di poter conciliare al meglio la loro vita professionale e personale e di poter contribuire allo sviluppo economico del paese nel suo complesso. Incentivare lo smart working significa ridurre i costi fissi degli uffici, liberando così risorse che le aziende possono investire nella crescita e nell’occupazione.
Lo smark worker è un lavoratore dipendente che esegue la prestazione fuori dai locali aziendali, anche per un solo giorno alla settimana, utilizzando strumenti tecnologici per lavorare in remoto senza postazione fissa in ufficio.
La nuova normativa, recentemente approvata, riconosce espressamente la possibilità di stipulare un accordo scritto tra lavoratore e datore di lavoro che disciplina appunto le modalità di esercizio del lavoro agile attraverso l’utilizzo di strumenti tecnologici per lo svolgimento dell’attività lavorativa. Tale accordo deve essere necessariamente stipulato per iscritto e deve disciplinare, in modo preciso e puntuale, le modalità esecutive della prestazione lavorativa svolta all’esterno dei locali aziendali anche con riguardo alle forme di esercizio del potere direttivo da parte del datore di lavoro ed agli strumenti utilizzati dal lavoratore.
Tale accordo può essere a tempo o a tempo indeterminato ed in tal caso il recesso può avvenire con un preavviso non inferiore a trenta giorni. Il datore di lavoro garantisce la salute e la sicurezza lavoratore che svolge la prestazione in modalità di lavoro agile ed a tal fine consegna al lavoratore, con cadenza almeno annuale, un informativa scritta nella quale sono individuati i rischi generali ed i rischi specifici connessi alla particolare modalità di esecuzione del rapporto di lavoro.
Il riconoscere lo smartworking all’interno di un testo normativo rappresenta certamente un importante progresso in quanto dimostra che un attenzione sui problemi relativi alla conciliazione è stata posta in modo concreto e reale; ora sta a tutti noi cercare di assicurare una sua applicazione efficace ed efficiente.

Simona Fontana

Per maggiori informazioni:

http://www.simonafontana.it

https://www.facebook.com/simonafontanapage/?fref=ts

 

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